Cercosporiosi

 

E’ la malattia che causa i maggiori danni alla bieticoltura italiana ed a quella europea in generale. I paesi più colpiti sono quelli dell’Europa centro-meridionale come Italia, Francia e Grecia, dove sono necessari molti trattamenti per contrastare l’infezione.


Ciclo biologico e sintomatologia 

I primi sintomi, che si manifestano a livello della lamina fogliare delle foglie sviluppate, sono di forma rotondeggiante, con un bordo marcato tendente al violaceo, mentre il centro della lesione, con il perdurare delle condizioni climatiche favorevoli, differenzia una colorazione grigiastra. L’infezione può interessare anche altre parti epigee della pianta.

Un periodo umido superiore alle 24 ore consecutive rende molto più importante l’azione infettiva del fungo che aumenta la sua aggressività all’aumentare della temperatura dell’aria, ad esempio, dai 20 ai 25 °C. In queste condizioni si possono differenziare i conidiofori, organi preposti alla produzione delle spore fungine, le quali propagheranno la malattia con l’ausilio di eventi meteorici come piogge e vento e, da non trascurare, anche mediante contatti occasionali con insetti.

Le piccole macchie necrotiche tendono poi a confluire in aree più o meno ampie fino ad interessare sempre più la lamina fogliare che infine dissecca assumendo una caratteristica colorazione scura .

L’apparato fogliare originario finisce per essere completamente distrutto e la coltura si presenta molto sofferente e in grave stress.

In questa fase colturale e con particolari condizioni di temperatura ed umidità relativa elevata si innesca velocemente il fenomeno del ricaccio fogliare e la conseguente perdita in zucchero. Evoluzione della malattia

 

Diffusione

La Cercosporiosi è presente in tutte le aree bieticole italiane ed è particolarmente dannosa in quei comprensori dove storicamente la bietola viene coltivata con una certa intensità, come la valle Padana Centro-orientale.

In queste zone, per ragioni climatiche e di diffusione dell’inoculo, essa trova ambienti molto favorevoli per il suo sviluppo.

Le esperienze acquisite da svariate strutture di ricerca, maturate in anni di sperimentazione in campo e di monitoraggi nei vari comprensori, hanno consentito la suddivisione dei bacini bieticoli italiani in 6 aree definite omogenee, sia relativamente al momento di comparsa della malattia che per il suo sviluppo.

Per ciascuna area è stato infine fissato l’intervallo ottimale per l’inizio dei trattamenti e il numero delle applicazioni che è stato stabilito in base all’epoca di raccolta prevista.

 

In presenza di situazioni meteorologiche favorevoli alla cercosporiosi è consigliabile iniziare i trattamenti nei primi giorni del periodo indicato.

 

 

Relativamente a quest'ultima considerazione si può affermare che la diffusione del fungo è strettamente relazionata ai valori della temperatura e dell'umidita relativa nei termini che qui riassumiamo:

 

Conidificazione

  • valori ottimali: 25 °C e 100% U.R.
  • con U.R. < 70% non si ha conidificazione (a qualsiasi temperatura)

Germinazione dei conidi

  • valori ottimali: 25-30 °C e 100% U.R.
  • in condizioni ottimali le spore germinano e penetrano nella superficie fogliare in circa 8

Inoculazione

  • l’U.R. svolge un ruolo molto importante nella formazione e sviluppo delle ife (idrotropismo positivo)
  • la penetrazione delle ife è massima con valori di U.R. prossimi al 92%
  • in Pianura Padana le condizioni favorevoli si verificano normalmente a partire dalle 4-5 (inizio apertura stomi) fino alle 19-20 in cui l’ U.R. dell’aria scende sotto i livelli favorevoli

Incubazione

  • si svolge in un tempo assai variabile
  • è condizionata soprattutto dall’andamento termico (è tanto più breve quanto questa è più alta): ad esempio a 28° C e con U.R. del 95-100% la durata è di 9-10 giorni

 

 

 

 

Danni

Le differenze produttive (PLV) riscontrate tra bietolai correttamente trattati e inadeguatamente difesi (numero di trattamenti, epoche e prodotti) sono frequentemente superiori al 10-15% sino a raggiungere livelli del 30-35% in caso di colture non protette.

La compromissione parziale o totale dell’apparto fogliare causa una riduzione della attività fotosintetica con conseguente diminuzione della produzione di saccarosio, contribuendo al fenomeno della rivegetazione fogliare (fenomeno di retrogradazione).

Al fine di agevolare il bietocoltore nell'orientamento riguardo al numero di trattamenti, al loro periodo ed ai prodotti utilizzabili nel rispetto dell'alternanza dei principi attivi Beta ha sviluppato il programma Cercostop. Tale programma viene aggiornato annualmente tenendo conto dei risultati della ricerca e dei nuovi prodotti presenti sul mercato.

 

Difesa

La lotta alla cercospora può essere attuata mediante un opportuno controllo chimico (vedi anche barre irroratrici) e mediante l'impiego di varietà tolleranti (ogni anno vengono redatte apposite classifiche di merito sulla tolleranza genetica) soprattutto nei comprensori più a rischio per estirpazioni tardive applicando comunque un adeguato programma di trattamenti (vedi le Pubblicazioni più recenti relative a questi temi in Difesa e Varietà), questo proposito Beta a messo a punto un Modello Previsionale Cercospora.

 

Modello previsionale Cercospora

Questo modello previsionale consente di individuare la data di inizio dei trattamenti e di temporizzare correttamente quelli successivi permettendo al bieticoltore di ottenere la massima efficacia contro il patogeno limitando i costi e l’impatto sull’ambiente.

Dopo tre anni di test, è stato già stato utilizzato con successo in maniera estesa nei bacini di Pontelongo e Minerbio per l’avvio dei trattamenti.

I parametri base del modello (temperatura oraria e umidità relativa oraria) sono forniti da una rete di stazioni meteo di rilevamento.

 

Sintesi tecnica:

Il modello previsionale si basa su un algoritmo che individua dei valori di rischio, superate le soglie dei quali, è opportuno realizzare i trattamenti entro un periodo di 10 giorni.

Il valore di rischio d’infezione giornaliero (IG) viene definito valutando nell’arco delle 24 ore il numero totale di ore con umidità relativa superiore all’80% e la temperatura media oraria (tale valore rappresenta una stima di quanto le condizioni meteorologiche registrate  siano state favorevoli per far avvenire l’infezione di Cercospora beticola nel giorno in esame); al raggiungimento del livello di Rischio Grave, basato sulla sommatoria dell'IG di due giorni consecutivi, è previsto l’avvio del trattamento entro 10 giorni, fatte salve le applicazioni da effettuarsi a seguito di Livelli di Rischio Grave raggiunti nel periodo “di copertura” del precedente trattamento (14 giorni).


 

 

 

 

 

 


 


 

Evoluzione della malattia