Insetti che attaccano la bietola sviluppata

 

Tra gli insetti più diffusi e allo stesso tempo più dannosi per la bieticoltura italiana ci sono il  Cleonole  Nottue defogliatrici e negli ultimi anni il Lisso

 

Pegomya betae


E' un insetto della specie dei Ditteri le cui larve vivono a spese della barbabietola e di altre Chenopodiacee

 

Diffusione

 

Il periodo di attività larvale può iniziare a fine aprile per raggiungere il massimo in giugno e cessare a fine luglio.

 

Ciclo

 

Sverna allo stadio di pupa nel terreno e gli adulti compaiono in aprile deponendo le uova (in gruppetti) sulla parte inferiore delle foglie. Le larve mature scendono ad impuparsi nel terreno e in un anno si sviluppano 2-3 generazioni.

 

Danni

 

Le larve alla schiusa penetrano immediatamente nel mesofillo e vi scavano mine, con conseguente insorgenza di macchie traslucide che poi si induriscono. Le pupe nel terreno possono creare qualche danno solo nella prima generazione.

 

Lotta

 

Le infestazioni in genere sono controllate da vari antagonisti tra cui Imenotteri e altri Ditteri, risultano comunque utili soprattutto le cure agronomiche atte ad accelerare lo sviluppo delle piantine.

 

Pegomya betae

 


Cassida vittate e Cassida nobilis

 

Fanno parte della famiglia delle Crhysomelidae come le Altiche. La dimensione si aggira attorno ai 4-6 mm, il corpo è ovale.

 

Diffusione

 

Sono specie presenti in tutta Europa, Italia compresa, con la C. nobilis predominante nel mezzogiorno.

 

Ciclo

 

Gli aulti svernano sotto varie protezioni e si spostano sulle bietole in marzo-aprile perforando le foglie delle piantine, quindi depongono le uova sulla parte fogliare inferiore e anche le larve si alimentano dei tessuti verdi, rispettando una delle due epidermidi. Danni I danni maggiori sono provocati dalla larva sulle foglie mediante rosure diffuse di aspetto tipicamente trasparente.

 

Lotta

 

La prolificità è alta ma per fortuna i danni sono fortemente limitati sia da svariati nemici naturali (soprattutto gli Imenotteri) che dai prodotti sistemici usati per la geodisinfestazione o inseriti nella confettatura del seme. Se necessario comunque si può eseguire un trattamento usando i prodotti indicati per la C. tibialis.

 

   

Cassida vittate

 

Cassida nobilis

Myzus persicae e Aphis fabae

 

Sono gli afidi più dannosi soprattutto perchè fungono da vettore per il Giallume virotico (soprattutto il Myzus). Entrambi presentano sia delle forme alate che attere.

 

Diffusione

 

In valle Padana il periodo di maggiore comparsa si ha nei mesi di giugno e luglio; la soglia di intervento si realizza quando il 20-30% delle piante presentano colonie.

 

Ciclo

 

In genere sverano come "uovo d'inverno" ed in primavera si disperdono nelle più svariate specie erbacee sulle cui foglie sviluppano numerose generazioni. Nelle condizioni di minor rigore invernale il Myzus può perpetuarsi anche come forma attera parassita mentre il Fabae come femmine virginopare.

 

Danni

 

Le maggiori infestazioni si hanno dopo inverni miti. L'afide provoca danni diretti pungendo le foglie ed iniettandovi saliva suggendo poi i succhi vegetali. Le foglie assumono, se colpite intensamente, un aspetto increspato, con bordi accartocciati e si presentano coperte di abbondante melata. Come già detto però i danni maggiori derivano dalla capacità dell'afide di trasmettere le virosi (danno indiretto).

 

Lotta

 

Le forti infestazioni sono spesso tenute a freno sia dai nemici naturali dell'afide come molte Coccinelle, i Sirfidi, i Crisopidi e vari Imenotteri che dall'insetticida sistemico usato per la geodisinfestazione o inserito nella confettatura del seme. Se si raggiunge comunque la soglia di intervento si devono effettuare non tardivamente trattamenti afidici specifici con prodotti a base di Acefate, Dimetoato, Etionfencarb, Ossidemeton-metile e Pirimicarb

 

   

Myzus persicae

 

Aphis fabae

Phthorimaea ocellatella

 

Farfalla dalla apertura alare di 10-13 mm con ali anteriori grigio-giallastre e quelle posteriori grigio-chiare e orlate con una frangia di lunghe setole. Il bruco, lungo circa 12 mm, è molto chiaro e con 2-3 linee longitudinali rossastre.

 

Diffusione

 

Sverna come larva o crisalide (normalmente nei colletti lasciati in campo): Al Nord sviluppa due generazioni, mentre nel meridione tre o quattro.

 

Ciclo

 

Gli adulti sfarfallano in primavera e pongono le uova sulle fogli centrali: le larve scavano gallerie entro il picciolo e giungono al colletto.

 

Danni

 

In caso di forte attacco, le foglie centrali muoiono e le radici sono rovinate da gallerie che aprono la strada a marciumi.

 

Lotta

 

Si consiglia la distruzione delle scollettature che rimangono in campo con una aratura subito dopo la raccolta della bietola. Se necessario si può intervenire sulle piante in accrescimento con Azinfosmetile, Parathion, ecc. distribuendo abbondanti volumi d'acqua. La presenza di questo fitofago è fortemente limitata da andamenti stagionali rigidi e/o particolarmente piovosi e dalla presenza di numerosi parassiti.

   

Phthorimaea ocellatella